Wilier – Selle Italia, Pozzato verso il ritiro? “Non mi sono divertito in questi ultimi anni”

Si avvicinano diverse nuvole sul futuro di Filippo Pozzato. L’esperto corridore della Wilier Triestina – Selle Italia aveva annunciato nei mesi scorsi di voler continuare a correre, ma evidentemente il peso dell’età, anche e soprattutto a livello motivazionale, cominci  farsi sentire. Professionista dal lontano 2000, quando aveva soltanto 19 anni, ha vissuto una carriera di altissimo profilo, pur non riuscendo a centrare tutti gli obiettivi che un talento come il suo gli avrebbe permesso di raggiungere, con un finale di carriera complicato.

Non mi sono divertito in questi ultimi anni perché ho avuto molti problemi con la squadra – ha confessato in un’intervista rilasciata a dhnet.be – Quando non puoi essere protagonista della corsa perché il gruppo non è abbastanza forte, è difficile mantenere la motivazione”. Oltre ai problemi personali, il vicentino aggiunge che non si sta adattando al nuovo modo di interpretare il ciclismo: “La maniera in cui si sviluppano le corse è molto cambiato. Ormai c’è molto stress, prima partivamo tranquilli. Inoltre, ci sono molti corridori che non hanno la concentrazione necessaria e che pensano che il ciclismo professionistico non sia un lavoro”.

Il vincitore della Sanremo 2006 non mette quindi al primo posto problemi fisici: “Le gambe girano ancora bene, ma la testa non più a dire il vero. Non riesco più a correre rischi ed è difficile vincere in queste condizioni. Dopo i 30 anni, è senza dubbio la passione che mi ha fatto continuare”. Anche perché, aggiunge, i nuovi sistemi di gestione dell’antidoping, che comunque loda come una soluzione importante per combattere una piaga che in precedenza colpiva il gruppo in maniera molto più consistente, invade in modo pressante anche la vita privata.

“Se, per esempio, voglio dormire con una ragazza in un hotel, devo dare la mia nuova posizione. E qualche volta mi sono dimenticato di darla”, ha ironizzato, aggiungendo che non ha vinto quanto avrebbe potuto soprattutto per una questione di mentalità, soprattutto eventualmente nel confronto con i grandi corridori della sua generazione, Tom Boonen e Fabian Cancellara, contro i quali nei primi anni di carriera ha più volte mostrato di poter rivaleggiare: “Nel ciclismo moderno ci sono tantissimo corridori molto forti, quindi se non hai una mentalità da campione non puoi vincere le grandi corse“.

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